Sul suo profilo Facebook, ha pubblicato una foto: c’è una nave piena, con decine di teste che affiorano, e due mani grandi che prendono da sotto, come in un abbraccio, e la sollevano un metro dall’acqua.
Il comandante di fregata della Umberto Diciotti, il genovese Massimo Kothmeir, non è uomo che ama rilasciare interviste ai giornali. in questi giorni viene visto come un eroe per chi tiene alla causa dei migranti bloccati a bordo della nave. Per chi è dalla parte di Matteo Salvini, è reo di aver respinto gli ordini del Ministero.
A Trapani condusse in porto un gruppo di 67 migranti esasperati, che si erano fatti minacciosi. Fu tra gli uomini che coordinarono le ricerche dei dispersi nel crollo della torre di controllo dl porto d Genova, nel maggio del 2013. Ne scrisse un ricordo commosso: «Nello stretto ambito del luogo della tragedia, tra lacrime e speranze, ho visto l’Italia che mi piace, l’Italia che vorrei».
Il radicale Riccardo Magi, deputato di +Europa, ha fatto delle domande al comandante: «Quando gli ho chiesto delle condizioni della nave e quanto si può resistere, mi ha detto che siamo ormai ben oltre i limiti. E poi mi ha spiegato che ha appreso del divieto di sbarco, e anche dell’autorizzazione a sbarcare i minori, via social. E ha allargato le braccia. Per un militare, non ricevere ordini scritti è sconcertante. Il comando generale gli ha poi confermato per via radio le istruzioni».
Kothmeir, di origine tedesca, fra un mese avrà una bambina. E si dice «orgoglioso» del lavoro che sta facendo. «A Lampedusa – continua Magi – ha ricevuto una delegazione dei profughi che protestavano. Niente di minaccioso: volevano farsi una doccia con sapone. E lui si è procurato un kit grazie a delle motovedette. La situazione a bordo è surreale, se non fosse gravissima».