Alta tecnologia Despe per la demolizione del ponte Morandi di Genova

Era il 14 agosto quando una delle più grandi tragedie italiane si palesava nella città di Genova. Il ponte Morandi, così chiamato per il nome del suo progettista, crollava improvvisamente portandosi dietro 43 vittime e diversi feriti. I due tronconi del ponte sono rimasti miracolosamente in piedi salvando così le case sottostanti di via Fillak e via Porro. Dopo settimane di lavoro ora si pensa di togliere queste parti pericolanti per poter poi entro un anno ricostruire il ponte, nuovo, e magari seguendo il progetto presentato dall’architetto Renzo Piano, un genovese doc che vuole regalare alla città un nuovo ponte.

Nella conferenza stampa tenutasi alla regione Liguria Giovanni Toti (presidente della Liguria), ha presentato le linee guida di demolizione e ricostruzione. «Non sono state indicate aziende specifiche», ha detto dopo l’incontro l’ufficio stampa di Autostrade. Le aziende che possono eseguire un lavoro così di alto livello, soprattutto pensando alle case che sono sotto i monconi rimasti in piedi sono pochissime. Ci sono, sicuramente, quelle della Siag di Parma (specializzata in demolizioni con esplosivi) e quella della Demolizioni speciali di Torre de’ Roveri, la Despe presieduta da Giuseppe Panseri, past president dell’Associazione Nazionale Demolitori Italiani e attuale numero due dell’affine associazione europea, con i figli Stefano e Roberto.

La Despe ha portato una linea progettuale su come agire: «Non sappiamo ancora quante aziende saranno coinvolte, la scelta potrebbe cadere anche su più società — ha spiegato Panseri —. Questi sono giorni decisivi per capire anche quale sarà l’ente appaltante. Abbiamo comunque fatto una proposta precisa ad Autostrade per l’Italia, che non prevede la presenza umana direttamente sul luogo degli interventi. Si può utilizzare una tecnologia sicura, basata su robot azionati a distanza. Per quanto riguarda le case sotto il ponte non si possono salvaguardare del tutto, ma potremmo cercare di danneggiarle meno possibile».

Toti, nella conferenza ha spiegato che uno dei due monconi sarà abbattuto tramite cariche esplosive e mezzi meccanici. Mentre l’altro sarà fatto demolire pezzo a pezzo senza neanche la creazione di macerie in terra, ed è appunto questo il secondo metodo che deriva dalle scelte progettuali di Despe. L’azienda bergamasca è leader nel settore e la 30ma al mondo, non ultimo è la sviluppatrice della tecnologia chiamata Topdownway, il primo sistema al mondo per la demolizione controllata dei grattacieli: un sistema completo ed altamente tecnologico che preserva prima di tutto la vita degli operai che sono protetti dalle strutture della Topdownway e aggiunge nuove capacità e velocità nella demolizione di edifici particolarmente alti. Un brevetto unico al mondo, nato dopo le richieste di una società francese, per abbattere un grattacielo vicino a un centro commerciale di Lione.

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