Google Analytics: il codice di monitoraggio non funziona?

Quando qualcosa non funziona e non capite come mai, non c’è niente come quella sensazione di disappunto nello scoprire che, semplicemente, non era attaccato alla corrente. Credeteci o no, l’equivalente del “non essere attaccato alla corrente” è un problema che incontriamo spesso nel cercare di risolvere i problemi di codice di Google Analytics.

Google Analytics: il codice di monitoraggio non funziona?

Se il codice di Google Analytics non funziona è perché state commettendo uno di questi 5 errori. Non disperate: a tutto c’è rimedio.

1) Codice mancante

Dando un’occhiata alle pagine durante l’iniziale implementazione del vostro codice di monitoraggio, può capitare che il codice risulti avere delle lacune. Può succedere per diversi motivi:

  • i nuovi templates non riconoscono il codice;
  • alcune landing pages per campagne particolari non riconoscono il codice;
  • il codice è stato inavvertitamente cancellato durante le modifiche fatte ad altre parti del template o della pagina;
  • il codice del vostro sito in sviluppo è stato messo online (con tutto quel che ne consegue).

GA notification about missing tracking code

Buone pratiche: tenere tutti aggiornati

Accertatevi che tutti i membri del team conoscano il vostro codice di monitoraggio e informatevi su dove inserire il codice di Google Analytics o su dove inserire il codice di Google Tag Manager su nuovi template o nuove pagine.

2) Codice duplicato

Una dura realtà: il codice di Google Analytics non funziona a dovere se lo si è incollato per sbaglio due volte. Spesso succede che uno snippet (o frammento di codice) sia in cima alla pagina e che l’altro invece rimanga al fondo. Anche se sono uno vicino all’altro può succedere che:

  • Google Tag Manager (o un altro sistema di gestione dei tags) e il codice sulla pagina mandino una richiesta (hit) contemporaneamente verso lo stesso account Google Analytics;
  •  il codice classico di Google Analytics e il codice Universal Analytics mandino richieste allo stesso account Google Analytics.

 

C’è un’estensione molto utile di Chrome: il Google Tag Assistant, che può aiutarvi in questo e altri frangenti.

tag-assistant-multiple3

Buone pratiche: testare e monitorare le modifiche al codice

Ogni volta che un nuovo codice viene implementato, usate gli strumenti di sviluppo del browser per assicurarvi che, per ogni pagina, venga monitorata una visualizzazione per volta, oppure che visualizzazioni multiple vengano inviate a numeri UA differenti. Il codice vecchio dev’essere rimosso o indirizzato a un numero UA diverso.

Gli utenti più esperti ricorderanno che il classico codice di Google Analytics invia le richieste all’indirizzo
http://www.google-analytics.com/__utm.gif,

mentre lo Universal Analytics le manda a

http://www.google-analytics.com/collect.

Chrome Developer Tools Network Tab

Chrome Developer Tools Network Tab

Consiglio: monitorate i dati in Google Analytics dopo l’implementazione, per individuare possibili cali nella percentuale di rimbalzo causati da una richiesta in più su ogni pagina. I rimbalzi sono sessioni con una sola richiesta, provenienti di solito dalla visualizzazione di una singola pagina. La percentuale di rimbalzo precipita quando le pagine inviano due richieste a Google Analytics ogni volta che vengono caricate.

3) Eventi automatici che influenzano la percentuale di rimbalzo.

Oltre a un codice duplicato, anche gli eventi automatici possono far scendere la percentuale di rimbalzo artificialmente, se inviano una richiesta ogni volta che una pagina viene caricata. Ad esempio, eventi come:

  • promozioni interne;
  • annunci dei partner;
  • finestre modali.

Buone pratiche: usare eventi non interattivi

Se un utente non sta interagendo intenzionalmente col vostro sito, monitorate gli eventi non interattivi per mantenere la percentuale di rimbalzo accurata (ed efficace).

4) Manca il monitoraggio del sottodominio

I vostri utente navigano tra sottodomini come blog.mydomain.com o microsite.mydomain.com? Se non implementate il monitoraggio dei sottodomini, Google Analytics identificherà l’utente A come se fosse l’utente B sul secondo sito, e questo creerà una seconda sessione.

Google Analytics scrive cookies per identificare ogni utente e, di default, i cookies sono scritti per il dominio principale (con l’eccezione di “www”). Non dovete fare affidamento su questa caratteristica di default se volete monitorare gli utenti attraverso i sottodomini come, ad esempio:

  • gli utenti che cominciano su mydomain.com e finiscono su shop.mydomain.com o donate.mydomain.com;
  • gli utenti che cominciano su mydomain.com e finiscono su shop.mydomain.com o donate.mydomain.com;
  • gli utenti che vanno avanti e indietro tra i vostri sottodomini (o tra i domini principali) come news.mydomain.cominvestors.mydomain.com products.mydomain.com

GTM Fields to Set

Buone pratiche: impostare il dominio dei cookies in “automatico”

Impostare il dominio di un cookie in “automatico” scriverà i cookies in mydomain.com, permettendone la lettura da parte del dominio principale e du tutti i sottodomini di mydomain.com. In questo modo l’utente A verrà identificato come utente A attraverso i sottodomini e non comincerà una seconda sessione.

Universal Analytics Code on Page

Eccezione: se volete monitorare una seconda sessione ogni volta che un utente naviga attraverso i sottodomini, rimanete sul default, che vi dirà che le sessioni cominciate su mydomain.com erano in realtà dei rinvii da sottodomini come blog.mydomain.com.

5) Non c’è monitoraggio tra domini diversi

I vostri utenti navigano da mydomain.com a myotherdomain.com? In questo caso, il monitoraggio dei sottodomini non vi aiuterà. Avete bisogno di un monitoraggio tra domini diversi per essere sicuri che l’utente A sia sempre identificato come utente A e per impedire che i vostri dati di analisi registrino l’inizio di una seconda sessione.

Se entrambi questi siti sono monitorati nello stesso account di Google Analytics (se hanno cioè lo stesso numero UA), allora non avrete più sessioni multiple, con utenti “volanti” che si muovono da un sito all’altro.

Buone pratiche: impostare il monitoraggio di domini diversi

Ci sono due parti del monitoraggio di domini diversi:

  • aggiungere il cookie  _ga nell’URL del link che è stato cliccato sul dominio A;
  • leggere il cookie che proviene da quell’URL sul dominio B (e viceversa, modificare i link sul dominio B e leggere i cookies sul dominio A).

URL decorated with _ga cookie for cross-domain tracking

Il monitoraggio tra domini diversi non funziona perché manca uno di questi due elementi.

Google Analytics sa bene che questo è un problema comune, per questo ha creato un processo per rendere la cosa più semplice. Ci sono comandi diversi che si possono usare per dire a Google Analytics di far passare il cookie quando l’utente clicca su un determinato sito, e un altro comando che permette al sistema di monitoraggio di usare il valore _ga appena passato sul secondo sito senza crearne uno nuovo.

Tutto questo sembra complicato perché…lo è! Se il codice di Google Analytics non funziona, avete due possibilità: o studiare la situazione da voi, o affidare tutto a un tecnico. Con il Google Tag Manager può essere meno complicato, anche se non proprio una passeggiata.

Questo articolo è una traduzione adattata dall’originale.

photocredits: postingandtoasting,

Enrico Billi

Web Editor e giornalista freelance, amo curiosare un po' dappertutto, ma sempre scegliendo con cura le mie fonti. Ho viaggiato e vissuto in Australia e Spagna, dove ho insegnato inglese. Non so come sarò tra cinque anni: forse mi dedicherò all'agricoltura biologica o forse tornerò a fare la guida turistica; di certo continuerò a scrivere storie, perché al cuor non si comanda.

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