Brexit. No a nuovo referendum. Rimpasto tra i Labour

La Gran Bretagna non tornerà per nessun motivo al voto. Impossibile dunque l’ipotesi di una nuova consultazione elettorale dopo lo sconcertante Brexit deciso la settimana scorsa. Il Premier David Cameron lo annuncia in un discorso alla camera inglese.

Il consiglio dei Ministri inglese lo ha deciso stamattina, precisando piuttosto che il paese ha subito bisogno di un nuovo Leader in grado di guidare l’Inghilterra verso l’uscita dall’euro, oltre alla sistemazione delle finanze pubbliche e per il relativo contraccolpo. Secondo il Cancelliere George Osborne è necessario operare delle azioni molto drastiche per gestire l’impatto dell’uscita dall’Europa sulla finanza pubblica inglese. Ma è ovviamente necessario aspettare la nomina del nuovo Primo Ministro per decidere come operare.

Nel frattempo, la sterlina cala drasticamente anche stamattina in avvio di contrattazioni. Dopo aver perso 10% lo scorso venerdì appena dopo la Brexit, il minimo dal 1985, oggi la valuta britannica ha perso un ulteriore 2% arrivando a 1,3404 sul dollaro e 1,21 sull’Euro.

Politicamente, il partito Laburista perde pezzi da tutte le parti: 12 Ministri del Governo ombra si sono dimessi e hanno tolto sostegno al loro leader, mentre due deputate hanno presentato una mozione di sfiducia la cui ammissibilità dovrà essere vagliata nei prossimi giorni.

Il leader del Labour Jeremy Corbyn, si dichiara pronto a combattere e non accenna a dimettersi. Nonostante le defezioni del suo Governo ombra, Corbyn non ha intenzione di lasciare il suo incarico per non tradire la fiducia e l’incarico degli elettori. E rilancia: una nuova guida del partito dovrà passare per il voto, e lui ha intenzione eventualmente di ricandidarsi per riconfermare il suo ruolo.

A sostegno della sua strategia, inizia una serie di sostituzioni. Hilary Benn, che ha perso il posto agli esteri, sarà sostituito da Emily Thornberry, mentre la Sanità viene occupata da Diane Abbott.

Lord Jonathan Hill, il Commissario alla stabilità finanziaria, interviene invece durante una intervista al Financial Times, circa il nuovo ruolo della intera nazioni. Londra perde influenza a Bruxelles, e questo, secondo la analisi d Hill, sarà un grave danno per la capitale londinese. Le priorità della zona euro, saranno ora determinate solamente da Berlino e Parigi. C’è il concreto rischio che i servizi finanziari francesi, e l’industria tedesca, olandese e irlandese possano ottenere molto più peso rispetto a quello degli altri paesi.

Inoltre, senza la mediazione di Londra, conclude Hill, sarà più facile attuare delle politiche spregiudicate sui mercati e introdurre delle regole che potrebbero essere fatte su misura per favorire gli investimenti delle banche italiane e tedesche.

 

 

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